A "Le Mossacce" ho potuto "arrubinare" il bicchiere .
Perché sul tavolo della trattoria divina è possibile ancora gustarsi il vino nel tradizionale bicchiere da mescita toscano come una volta si poteva fare sul piano di marmo dei vinai della Firenze vera.
Solo in quel tipo di bicchiere si può gioire della vista del rosso rubino che avvolge la superficie del vetro zona dopo zona mentre si ruota il bicchiere in mano e gustare i giochi di luce dovuti alle geometriche sfaccettature della base del bicchiere.
Il vermiglio del vino che lampeggia delicatamente davanti a gli occhi di questo tipo di bicchiere mentre lo si gira lentamente in mano offre sensazioni sublimi e richiama alla mente storia,letteratura,cultura e l’anima umana.
La ottava novella della nona giornata del Decameron usa il termine arrubinare per descrivere il piacere del rosso rubino che avvolge il vetro di un fiasco,Quale parola potrebbe descrivere meglio di questa la magia luminosa del vino?
Nella novella Ciacco parla con un barattiere e gli affida il compito di chiedere, per conto di Brunello, del vino a “Messer Filippo Argenti, uomo grande e nerboruto e forte, sdegnoso, iracundo e bizzarro più che altro”: <Tu te ne andrai a lui con questo fiasco in mano, e dira'gli così: - Messere, a voi mi manda Biondello, e mandavi pregando che vi piaccia d'arrubinargli questo fiasco del vostro buon vin vermiglio>.
Cara trattoria questo blog è davvero fuori dal comune e mi piace davvero l'accostamento al Boccaccio e il verbo arrubinare il bicchiere con il rosso del vino è grande.Bravi.
RispondiEliminaE' vero,Goloso ubriacone,arrubinare è bellissimo.
RispondiEliminaMa cosa significa il commento numero 2 unique font?
Questo blog come ho detto è simpaticissimo anche se da tempo non ci trovo niente di nuovo.
RispondiEliminaIl logo del frontespizio è fantastico e vedo che ti permetti anche una modella!